Giovanni Hoffer, Alessandro Altarocca - I loves you Porgy
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Un assolo ben costruito necessita una progettualità che richiede un pensiero complesso. Anche il suonare uno strumento a fiato - che può emettere diverse note con la stessa posizione - richiede un grande progetto.
In particolare per gli strumenti a bocchino laddove si richiede un immenso pensiero progettuale, affinché si possa costruire una frase logica laddove ogni nota è legata in modo logico a quella precedente e successiva.
Grazie alle sette posizioni ottenute dalla combinazione dei tre pistoni dello strumento si possono infatti ottenere le dodici note della scala cromatica e questo permette di eseguire qualsiasi melodia.
Ciò necessita di una notevole elaborazione di pensiero. In quanto, a monte, ci deve essere un costrutto musicale e mentale di grande rigore che si acquisisce nel tempo attraverso un processo lento e una rigorosa metodologia di studio.
Scegliere e suonare una nota significa sapere dove posare la prima pietra sulla quale si costruirà un alto palazzo. E’ esattamente ciò che si fa architettando un pattern jazzistico.
Vi starete domandando cosa c’entra tutto questo con il cd che vi accingete ad ascoltare.
La domanda è lecita ma prima è necessario porsi un’ulteriore domanda sul perché non esista una sconfinata produzione jazzistica dedicata al corno francese.
Perché, a differenza di altri strumenti come tromba, trombone o basso tuba, il corno è meno duttile e dunque è difficile sviluppare una melodia diatonica o un intervallo.
Se già questo è complesso nel repertorio scritto risulta quasi impossibile in quello improvvisato in quanto si richiede una chiarezza progettuale e una cantabilità accentuata.
In realtà esistono cornisti che si sono cimentati nel repertorio jazzistico ma sono da contare sulle dita di una mano. Non cito i nomi perché sono talmente pochi che quello che non c’è potrebbe mandarci una mail piccata domani mattina...
Giovanni Hoffer è uno dei pochi che può permettersi di interpretare standard che fanno parte dell’immaginario collettivo. Per preparazione strumentale e per musicalità e raffinatezza interpretativa ne fanno oggi uno dei musicisti più completi della scena odierna.
E allora ben venga questo I loves you Porgy in duo con Alessandro Altarocca. Perché, se oltre ad emozionare per la bellezza dei temi, è utile a mostrare l’altro viso di uno strumento straordinario che merita uno slancio nuovo.
Giovanni cede al suo corno il canto e questo diventa voce e racconto dei grandi.
Paolo Fresu
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